La nuova frontiera della mobilità è l’aria. È in arrivo anche nel nostro Paese la Urban Air Mobility, che promette di rivoluzionare il modo in cui sono programmati e realizzati gli spostamenti urbani. Ne abbiamo parlato con Massimiliano Pane, Head of Business Devolopment & Finance di UrbanV, azienda protagonista di questo settore.
Dottor Pane, prima di tutto un chiarimento d’obbligo: cos’è la Urban Air Mobility (UAM)? Quali sono i suoi sviluppi e a che punto è la sua evoluzione nel nostro Paese?
“La Urban Air Mobility (UAM) rappresenta una delle forme di mobilità innovativa, sostenibile, integrata, sicura e silenziosa più promettente per i prossimi anni. I punti di forza di questa forma di mobilità del futuro sono: riduzione emissioni CO2, decongestione traffico cittadino, dimezzamento tempi medi di percorrenza, tempi rapidi di consegna di merce sensibile (ad es. materiale sanitario per emergenze) e introduzione servizi completamente nuovi (ispezioni sulle infrastrutture, supporto alle attività agricole). Nel mondo occidentale, nel 2024 vedremo le prime certificazioni di questi veicoli, e il lancio dei primi servizi commerciali su piccola scala. Tutti gli eVTOL (NDR. ElectricVertical Take-Off and Landing, ovvero veicoli elettrici a decollo verticale) attualmente in fase di certificazione in Europa, USA e nelle principali giurisdizioni occidentali sono a guida pilotata, affidata ad un pilota professionista certificato. La guida autonoma è all’orizzonte, ma con ogni probabilità non vedremo droni autonomi con a bordo passeggeri prima della fine del decennio attuale, o l’inizio del prossimo. A livello mondiale, l’Italia in realtà è tra i Paesi più avanzati su questo fronte, grazie proprio agli sforzi congiunti di UrbanV e dei suoi soci, guidati da Aeroporti di Roma che, con la supervisione dell’ENAC, ente regolatore che sta facendo da pioniere in questo settore, contano di portare la mobilità aerea avanzata in Italia già entro la fine del 2024”.
In che modo lo sviluppo della mobilità verticale potrà cambiare il volto del trasporto di persone e merci, soprattutto in ambito cittadino? Quali sono i tempi di sviluppo previsti per l’arrivo sul mercato di questi servizi?
“Strade congestionate e inquinamento sono già una realtà in molte città europee come rappresentato dal TomTom Traffic Index 2020 e and “The Air Quality in Europe 2020” registrato da European Environment Agency. Secondo uno studio di EASA, con una crescita della popolazione nelle città dell’Unione Europea di oltre 340 milioni di cittadini entro il 2030, esiste il rischio di una ulteriore impennata di traffico e inquinamento. In questo contesto le autorità del settore e dei singoli Stati stanno naturalmente guardando con interesse a nuove forme di mobilità integrata e sostenibile. Rispetto agli elicotteri, forma tradizionale di mobilità aerea a decollo verticale, gli eVTOL sono significativamente più silenziosi (come dimostrato dai tanti test recentemente condotti), a emissioni zero, e molto più sicuri poiché un livello significativamente più alto di sicurezza rispetto agli elicotteri è un requisito imposto dalle autorità per la certificazione di questi veicoli”.
Come si inquadrano in questo contesto le attività di UrbanV? Di cosa si occupa, con quali partner e quali sono i progetti su cui sta attualmente lavorando?
“Per il funzionamento iniziale del trasporto passeggeri UAM è necessaria un’infrastruttura dedicata: i vertiporti. I vertiporti e la loro gestione sono il core business di UrbanV. In una prima fase, UrbanV realizza studi di fattibilità tecnico-economici e masterplan, in coordinamento con tutti gli attori del nuovo ecosistema, propedeutici alla fase autorizzativa e alla successiva realizzazione e gestione dei vertiporti. Più in generale, UrbanV sta collaborando con alcuni tra i top player al mondo per progettare vertiporti che si adattino a diversi contesti (terra-acqua-tetti di edifici), integrandosi con gli stessi, per garantire allo stesso tempo un’esperienza estremamente comoda e rapida ai passeggeri che vi transiteranno. Oltre ad Aeroporti di Roma, stiamo in parallelo lavorando con gli altri soci di UrbanV per sviluppare network di vertiporti, ad esempio nel Veneto, insieme a SAVE, la società di gestione dell’aeroporto Marco Polo di Venezia, dove prevediamo che sarà possibile in futuro spostarsi, ad esempio, dall’aeroporto ad un’isola della laguna nel giro di pochi minuti, o anche verso l’entroterra, in città come Treviso, Verona e in tutto il tessuto produttivo del Veneto. Lo stesso stiamo facendo con l’aeroporto di Bologna; stiamo immaginando con loro un network di vertiporti che connetta tutti i punti principali sia in termini di destinazioni turistiche ma anche in tutti i punti principali dell’Emilia-Romagna. In parallelo stiamo lavorando anche con gli aeroporti della Costa Azzurra; questa particolare zona turistica già conosce una mobilità aerea di breve raggio, ovvero gli elicotteri, a cui si affiancherà questa nuova forma di mobilità aerea avanzata ad emissioni zero, che consentirà ad esempio di spostarsi da Nizza a Montecarlo, o da Cannes a Saint-Tropez e in altre zone della riviera”.
Cos’è un vertiporto? Come funziona, che spazi occupa e quali strutture include?
“I vertiporti sono delle infrastrutture necessarie all’atterraggio e decollo degli eVTOL e per la discesa e salita dei passeggeri. Si tratterà di piccoli nodi di infrastruttura aeronautica e di mobilità urbana, sofisticati dal punto di vista della passenger experience offerta, sviluppata intorno alle necessità dei passeggeri. I progetti di UrbanV saranno tutti sviluppati nel rispetto dei più alti standard di sostenibilità. Due fattori importanti per la localizzazione dei vertiporti saranno la facilità di accesso nonché la connessione all’infrastruttura elettrica. Poiché l’energia per le operazioni della maggior parte dei velivoli UAM sarà l’elettricità immagazzinata nelle batterie, la ricarica delle batterie avverrà nei vertiporti e quindi sarà necessaria una connessione adeguata alla rete elettrica”.
Quali sono le prospettive in questo settore nel nostro paese nel futuro a breve/medio termine? Quanti vertiporti saranno operativi in Italia fra 10 anni e quanto tempo ci vorrà perché i servizi di trasporto offerti siano fruibili da un vasto pubblico?
“La prima tratta verrà operata dall’aeroporto di Fiumicino al centro di Roma, per fornire un’alternativa di mobilità sostenibile veloce, facile e sicura. Auspichiamo di operare la prima tratta entro la fine del 2024 per essere pienamente operativi all’inizio del 2025, anno in cui tra l’altro la città di Roma ospiterà un evento importante di portata mondiale quale il Giubileo. UrbanV, insieme ad Aeroporti di Roma, sta sviluppando i vertiporti di partenza e destinazione (i primi di una rete più ampia che sarà sviluppata negli anni successivi), mentre Volocopter, società tedesca, si occuperà di offrire il volo a bordo del suo veicolo, il VoloCity. Nei prossimi anni ci aspettiamo uno sviluppo importante di questa forma di mobilità in tutta Italia. Come UrbanV, siamo già al lavoro sullo sviluppo di network di vertiporti in diverse regioni italiane, dal sud al nord. In parallelo, la diffusione del servizio renderà lo stesso sempre più accessibile in termini di prezzo, aprendolo gradualmente ad una platea sempre più vasta di potenziali utilizzatori”.
Che veicoli possono usufruire dei vertiporti? Chi li produce? Avete collaborazioni in corso con produttori di questi veicoli?
“I vertiporti appariranno probabilmente in dimensioni e numeri diversi in città diverse, a seconda dei volumi di traffico previsti. Il numero di piattaforme di atterraggio è diverso per i vari tipi di vertiporto progettati fino ad oggi: dai più grandi, con due o più piattaforme di decollo e atterraggio e svariate piazzole di parcheggio, ai più piccoli con una sola piattaforma. I vertiporti potranno essere collocati a terra, sui tetti di edifici o anche su piattaforme galleggianti sull’acqua. I vertiporti UrbanV sono costruiti secondo la logica dell’adattabilità tecnologica quindi tutti i veicoli prodotti dai vari costruttori potranno atterrare e decollare nei vertiporti UrbanV. Tra i produttori di veicoli, Volocopter e Joby sono i produttori ad oggi ritenuti più avanti nel processo di certificazione e industrializzazione dei loro prodotti. Con Volocopter abbiamo firmato un Memorandum of Understanding che ha dato inizio alla reciproca collaborazione per lo sviluppo dell’Advanced Air Mobility in Italia. Inoltre, collaboriamo con quasi tutti i principali costruttori al mondo di questi veicoli”.
Che impatto economico potrebbe avere lo sviluppo di questo settore nel nostro Paese?
“Il potenziale del settore è, di fatto, in forte crescita, con un valore di mercato per l’Europa, stimabile in oltre 4 miliardi di euro al 2030, insieme alla creazione di oltre 90mila posti di lavoro. La crescente accettazione pubblica di tale tecnologia, i progressi tecnologici ed i cambiamenti di regolamentazione in corso stanno accrescendo sempre più l’interesse degli investitori nel settore, così come nell’utenza, considerando che il trasferimento da un aeroporto cittadino al centro città consentirà di dimezzare, in media, la durata del viaggio, abbattendo completamente le emissioni e riducendo l’impatto sulla mobilità urbana. Morgan Stanley stima che il mercato globale della Advanced Air Mobility possa arrivare a valere $1 trillion (mille miliardi) entro il 2040, inoltre le aziende che in tutto il mondo producono eVTOL hanno raccolto oltre $8 miliardi, di cui quasi $5 miliardi nel solo 2021. Il progetto di lancio del servizio a Roma sarà possibile grazie alla visione e agli investimenti di UrbanV, di Aeroporti di Roma e di Volocopter”.
Si tratta di un sistema di trasporto adatto sia a persone che a merci? Come si adatta al trasporto di persone? A che merci è adatto e quali sono gli sviluppi previsti nel futuro prossimo?
“Si stima che la Advanced Air Mobility possa introdurre benefici ambientali come vantaggi per utenti e business ma anche per obiettivi medici o commerciali. Gli aerotaxi, in una prima fase, trasporteranno un passeggero a tratta, poiché l’altro posto disponibile sarà riservato al pilota. Nel corso dei 2-3 anni successivi, gradualmente si passerà a veicoli in grado di trasportare 3 o anche 4 passeggeri, più il pilota, ovviamente. Nel prossimo decennio, infine, è plausibile aspettarsi l’arrivo di veicoli a guida remota, o completamente autonoma. I vertiporti, inoltre, saranno compatibili anche con il decollo e l’atterraggio di droni dedicati a servizi di trasporto merci, quali ad esempio trasporti in ambito sanitario e medicale, o applicazioni nel campo postale o della logistica”.