Mentre quella sull’elettrificazione è ancora tutta da vincere, ecco che riparte la sfida sull’idrogeno. Di ripartenza si deve parlare, infatti, considerando che di idrogeno per i trasporti si parla almeno dalla fine degli anni ’90. Oggi è impiegato per mezzi pesanti, treni e navi. Ha costi ancora piuttosto alti in ambito automotive e mancano ancora le infrastrutture, ma qualcosa si sta muovendo. Bosch, Honda, Hyundai e Toyota: sono solo alcuni dei grandi nomi che stanno scommettendo sul più pulito tra i combustibili e sulla sua capacità di giocare un ruolo strategico in ottica di una mobilità più sostenibile. In arrivo 36 nuove stazioni Attualmente le stazioni per il rifornimento di idrogeno per auto in Italia sono soltanto due: una a Bolzano e un’altra Mestre. Una disponibilità misera per una tecnologia ambiziosa. Grosse novità potrebbero arrivare in pochi anni. Anche grazie a un finanziamento da 230 milioni di euro dal Pnrr, presto le stazioni a idrogeno potrebbero diventare 38, grazie a 36 nuove installazioni previste entro il 2026. Il progetto di allargamento della rete di rifornimento di idrogeno riguarderà più regioni da Nord a Sud, raggiungendo punti strategici per il trasporto commerciale e per la sperimentazione del trasporto ferroviario a idrogeno. La maggior parte delle nuove stazioni di rifornimento sarà concentrata tra Lombardia, Veneto, Piemonte e Trentino-Alto Adige, anche se non mancheranno stazioni anche in Toscana (1), Lazio (2), Abruzzo (1), Puglia (3), Calabria (1) e Sardegna (1).
L’attenzione politica sull’idrogeno
Oltre che per il discorso tecnologico, l’idrogeno interessa anche per il peso politico che ha e potrebbe guadagnare nei prossimi anni. Soprattutto in ottica 2035, l’anno a partire dal quale dovrebbe concretizzarsi lo stop alla commercializzazione di veicoli a benzina e diesel nei paesi dell’Unione Europea. Nonostante sia convinto che il futuro della mobilità sia l’elettrificazione, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin ha più volte ribadito l’importanza dell’idrogeno (e dei biocarburanti) da affiancare ai veicoli a batteria. “L’elettrico se prodotto da energia verde non ha emissioni e non inquina e avrà un grande futuro. Tuttavia non può essere l’unica soluzionesostiene Picchetto. Noi sosteniamo i biocarburanti anche per un interesse nazionale, hanno un minimo di emissione che è compensata dalla captazione nel momento in cui si producono ma puntiamo anche sull’idrogeno per il quale abbiamo già investito più di tre miliardi e mezzo”.
L’idrogeno per l’automotive
Quando parliamo di idrogeno per l’automotive ci riferiamo principalmente alla tecnologia full cell per motore elettrico. Le auto a idrogeno, infatti, rientrano a tutti gli effetti nella categoria delle elettriche, dato che vengono alimentate da un motore elettrico. Ma mentre gli EV hanno bisogno di rifornirsi alle colonnine, i veicoli a idrogeno di fatto producono da sé l’energia elettrica, attraverso una centrale elettrica a bordo – la cella a combustibile – che converte l’idrogeno in elettricità. Nella cella a combustibile si svolge la elettrolisi inversa, un processo durante il quale l’idrogeno, proveniente dai serbatoi presenti sul veicolo, reagisce con l’ossigeno: una reazione che genera solamente energia elettrica, calore e acqua sottoforma di vapore acqueo. Grandi differenze tra guidare un veicolo elettrico a batteria e uno alimentato a idrogeno, non ce ne sono. Simili sono l’accelerazione reattiva, la fluidità, la silenziosità e le autonomie, anche se su quest’ultime l’idrogeno è da preferire: le percorrenze dei veicoli a idrogeno non dipendono dalle temperature esterne e quindi non si riducono con il freddo. Tuttavia, il vero vantaggio competitivo dell’idrogeno rispetto all’elettrico è la velocità di rifornimento, sui tre minuti.

Le ambizioni di Toyota
Nei mesi scorsi Toyota ha annunciato l’arrivo della sua Hydrogen Factory Europe, una divisione specializzata che curerà produzione, sviluppo e commercializzazione della tecnologia a idrogeno in Europa. Le aspettative sono alte: il Gruppo giapponese, che nel 2015 introdusse Mirai, la prima berlina al mondo con celle a combustibile a idrogeno prodotta in serie, oggi è convinto che il Vecchio Continente diventerà uno dei mercati di riferimento per l’idrogeno entro il 2030. Anche perché il settore sta già attraendo crescenti investimenti. Tra questi, i 45 miliardi di euro da parte del Green Deal della Commissione europea entro il 2027 e il fondo UE per le infrastrutture dei trasporti da 284 milioni per l’installazione di stazioni di rifornimento a idrogeno.
Il programma di Honda
Anche Honda è attiva da anni nello sviluppo delle tecnologie a idrogeno e a breve si prepara per la produzione di Honda CR-V, un SUV compatto dotato di propulsore a celle a combustibile a idrogeno, in arrivo nel corso del 2024 in Giappone e negli Stati Uniti. Mentre nel 2027 dovrebbe lanciare un camion a idrogeno sviluppato con la connazionale Isuzu. Hyundai, invece, entro il 2025 dovrebbe lanciare sul mercato la nuova versione di Nexo, il SUV lanciato nel 2018. Ma soprattutto vuole proseguire con la strategia del suo “Hydrogen Vision 2040”, un piano chiaro e parecchio ambizioso che prevede la diffusione dell’idrogeno entro il 2040 “per tutti, tutto e ovunque”. E quindi non solo auto, ma anche (e soprattutto) mezzi pesanti e treni.
I piani di Bosch
Anche secondo la multinazionale tedesca Bosch, l’idrogeno sarà un fattore chiave per la domanda di energia sostenibile. Per questo, da un lato la scorsa estate ha avviato la produzione in serie di fuel cell nel suo stabilimento di Stoccarda-Feuerbach, oltre ad annunciare la produzione anche in un altro suo stabilimento a Chongqing, in Cina. Bosch sta puntando forte sull’idrogeno: lo testimonia l’investimento da 2,5 miliardi di euro previsto a partire dal 2021 e fino al 2026. Ma non c’è solo la tecnologia fuel cell. Bosch sta sviluppando anche un nuovo motore alimentato a idrogeno, che dovrebbe debuttare sul mercato entro la fine del 2024. Come annunciato in occasione del CES 2024, Bosch sta infatti lavorando alle componenti per un motore a idrogeno in grado di convertire “direttamente il combustibile in energia senza prima trasformarlo in elettricità”. Si tratterebbe a tutti gli effetti di un motore a combustione interna che utilizza l’idrogeno come carburante.