Treni, una risorsa da sfruttare meglio

Le ferrovie italiane spostano ogni giorno molti pendolari, con disagi e potenzialità. Legambiente, nel suo rapporto Pendolaria 2023, analizza la situazione

Matteo Quagliano

Marco è un uomo di mezza età, vive nella periferia di Milano con moglie e due figli. Ogni giorno si sveglia presto per prendere il treno che lo porta al lavoro nel centro della città. È un pendolare da anni e conosce ogni angolo della stazione ferroviaria. La sua giornata inizia sempre nello stesso modo: si sveglia alle 5 e 30, fa una veloce colazione e si prepara per andare alla stazione. Arriva sempre con largo anticipo per evitare sorprese e prendere il treno giusto. Ci sono molti Marco in Italia: questo è sicuramente l’inizio di giornata tipo per migliaia di italiani che utilizzano il treno per raggiungere il posto di lavoro o di studio.

Molte problematiche

Tuttavia, il sistema dei treni pendolari in Italia è spesso soggetto a problemi di vario genere, tra i quali il primo che balza agli occhi è quello del sovraffollamento. Molti pendolari devono viaggiare in condizioni di disagio a causa della mancanza di posti a sedere o della presenza di troppi passeggeri sui treni. Inoltre, i treni pendolari in Italia spesso subiscono ritardi e cancellazioni, causando disagio e perdite di tempo per i passeggeri. I motivi possono essere molteplici, tra cui i principali sono guasti, problemi di manutenzione, ostacoli sulle linee ferroviarie e scioperi. Un’altra questione irrisolta riguarda la persistente mancanza di servizi adeguati. In alcuni casi, i passeggeri non hanno addirittura accesso a servizi igienici o sono costretti a viaggiare in carrozze sovraffollate e poco ventilate.

Sotto i livelli europei

Il trasporto ferroviario in Italia è in ritardo rispetto agli altri paesi europei e nel Mezzogiorno il servizio è anche inferiore rispetto al resto del paese. Le risorse economiche sono inadeguate a rendere la ferrovia pubblica più competitiva rispetto al trasporto privato su strada. Ci sono anche ritardi nella riattivazione di linee ferroviarie interrotte, sospese o abbandonate, e il confronto con altri paesi europei mostra numeri impietosi sulle linee metropolitane e tranviarie in ambito urbano, evidenziando che la transizione ecologica del settore dei trasporti in Italia è ancora troppo lenta.

Le linee peggiori d’Italia

Legambiente nel rapporto Pendolaria 2023 ha stilato la classifica delle 10 linee peggiori d’Italia. Si tratta delle Ex linee Circumvesuviane, la Roma-Lido e Roma Nord-Viterbo, la Catania-Caltagirone- Gela, Milano-Mortara, Verona-Rovigo e Rovigo-Chioggia, Genova-Acqui-Asti, Novara-Biella-Santhià, Trento-Bassano Del Grappa, Portomaggiore-Bologna e Bari-Bitritto. I dati raccolti nel rapporto sono allarmanti: dal 2018 al 2022 le installazioni di nuovi binari in città sono state inadeguate, con un ritmo di un chilometro e mezzo all’anno di nuove metropolitane. Anche sulle nuove tranvie il dato medio dell’ultimo quinquennio è basso, con soli 2,1 km all’anno. Nel rapporto si sottolinea che negli undici anni dal 2010 al 2020 sono stati fatti più investimenti sulle infrastrutture per il trasporto su gomma che su ferro. Sono stati realizzati 310 km di autostrade, a cui si aggiungono migliaia di chilometri di strade nazionali, a fronte di soli 91 chilometri di metropolitane e 63 km di tranvie. Per superare questi ritardi e problemi, è necessario accelerare il passo avviando una vera cura del ferro e prevedendo maggiori risorse economiche pari a 500 milioni l’anno per rafforzare il servizio ferroviario regionale, per l’acquisto e il revamping dei convogli, per la riattivazione delle linee interrotte

Non solo aspetti negativi

Questa introduzione farebbe pensare ad una situazione disastrosa per la vita del povero pendolare, ma non tutto è così negativo. Ci sono aspetti positivi di grande valore, come la comodità di arrivare direttamente in città senza dover affrontare il traffico, il risparmio sui costi del carburante, la possibilità di leggere, lavorare o semplicemente rilassarsi durante il viaggio. Il sistema ferroviario italiano ha grandi potenzialità, ma è necessario affrontare i problemi esistenti e lavorare per migliorare la qualità del servizio offerto. Solo così sarà possibile garantire ai pendolari un trasporto efficiente, affidabile e sostenibile, capace di rispondere alle loro esigenze quotidiane.

Le risorse per intervenire

Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente, ha spiegato che nel rapporto Pendolaria 2023 sono stati evidenziati molti casi che dimostrano come, nei luoghi in cui i mezzi pubblici funzionano bene, le persone sono disposte a lasciare l’auto a casa. Se i mezzi di trasporto pubblico venissero gestiti in modo integrato e attento, coordinando treni, mezzi di superficie e shared mobility, sarebbe possibile raggiungere livelli di mobilità sostenibile simili a quelli di altre grandi città europee, con vantaggi per i pendolari, ma anche per l’ambiente, la qualità della vita dei cittadini, l’economia e il turismo. Il Pnrr mette a disposizione 26 miliardi di euro per migliorare il trasporto ferroviario, offrendo un’opportunità per migliorare la vita quotidiana di coloro che utilizzano i treni per raggiungere il lavoro o lo studio. I fondi saranno utilizzati per creare nuovi collegamenti ad alta velocità e potenziare alcune linee regionali, elettrificare le linee esistenti, installare sistemi di controllo della sicurezza e rendere più efficienti i nodi ferroviari metropolitani.