Niente più monopattini sotto la Tour Eiffel

A Parigi un referendum ha bocciato questa soluzione in sharing. In Italia il dibattito è aperto, ma a mancare sono soprattutto regole e informazione

Parigi ha deciso: la città non vuole i monopattini. Per essere più precisi, ha bocciato la diffusione dei monopattini a noleggio “a flusso libero”, temuti da alcuni proprio per la possibilità di circolare su strada ed essere parcheggiati qua e là. A ben vedere la decisione, arrivata dalle urne di un referendum indetto dal Comune, ha riguardato appena 103 mila cittadini, una piccola parte degli oltre 1,3 milioni iscritti alle liste elettorali. Un voto quindi espressione di una netta minoranza, che tuttavia dal primo settembre 2023 renderà Parigi la prima capitale europea a mettere al bando i monopattini.

I timori del settore

Le ripercussioni dirette sono per i tre operatori attivi in città e i loro oltre 800 dipendenti. Lime, Dott e Tier Mobility hanno subito fatto sapere di aver preso atto dell’esito del referendum voluto dalla sindaca Anne Hidalgo, lamentando però che questa “consultazione inedita” avrebbe potuto avere una partecipazione “più ampia e rappresentativa, se le modalità della votazione fossero state differenti”. Oltre alle preoccupazioni per i dipendenti e per le licenze che da settembre non saranno rinnovate all’ombra della Tour Eiffel, Lime Dott e Tier Mobility hanno spiegato che “il risultato di questa votazione avrà un impatto diretto sugli spostamenti di 400 mila persone al mese”, che da un giorno all’altro si ritroveranno senza più poter contare sui servizi di noleggio di monopattini in sharing. Il referendum di Parigi era arrivato in seguito alla crescente preoccupazione per l’aumento, negli ultimi anni, degli incidenti che hanno coinvolto i monopattini. Timori legittimi, che tuttavia potrebbero essere affrontati con altri strumenti. In primis, con una diffusa campagna di informazione per far conoscere il corretto impiego di questi mezzi e i comportamenti da evitare, come lo spostarsi in due persone sul monopattino, la circolazione sui marciapiedi e la sosta selvaggia.

Il dibattito in Italia

Il voto parigino ha naturalmente aperto il dibattito anche in Italia, con i sindaci delle principali città che hanno subito messo in chiaro la propria posizione sul tema. A Roma il sindaco Roberto Gualtieri ha deciso di operare una stretta, prevedendo un taglio dei monopattini in sharing dagli attuali 14.500 a 9 mila, di cui appena 3 mila nel centro città, privilegiando una filosofia “pochi, ma buoni”. Da Firenze Dario Nardella ha chiesto più regole, in particolare per i parcheggi, mentre da Milano Giuseppe Sala ha criticato la scelta parigina di affidare la questione monopattini al voto popolare. Il dibattito è ancora aperto, anche se i primi a chiedere più regole sono proprio i gestori, con Assosharing che invoca più piste ciclabili dove i monopattini possano essere utilizzati con maggiore sicurezza.