Mobilità e Gen Z, sicurezza e green al primo posto

Secondo una instant survey di Webboh Lab i giovani preferiscono i mezzi pubblici e oltre un quarto di loro si fa portavoce delle esigenze di efficienza e flessibilità

Webboh Lab, il primo osservatorio digitale permanente della Gen Z, ha intervistato in occasione della Giornata Mondiale della Terra il giovane pubblico di Webboh sui temi legati alla mobilità del futuro. La ricerca è stata condotta secondo l’approccio psicometrico, prendendo in analisi le motivazioni, le percezioni e gli aspetti valoriali legati alle emozioni, al fine di comprendere il coinvolgimento dei giovani rispetto alle tematiche di mobilità e sostenibilità.

I principali profili degli utenti della mobilità

Dalla survey, che ha interessato quasi 9.300 intervistati del segmento dei giovani italiani compresi fra i 12 e i 20 anni, sono emersi 5 identikit:

●       Independent Navigator (27%): sono giovani urbani che prediligono autonomia e convenienza personale nella mobilità. Generalmente preferiscono i parcheggi economici, sono favorevoli agli incentivi per auto e scooter elettrici e supportano l’uso del sistema di sharing. Appoggiano l’accessibilità economica dei trasporti pubblici e sostengono l’insegnamento della gestione del denaro nelle scuole. Infine, promuovono servizi inclusivi e linguistici.

●       Green Pathfinder (20%): sono giovani progressistisostenibili e orientati all’integrazione sociale. Preferiscono la mobilità collettiva e si interessano maggiormente a politiche correlate a sostenibilità e formazione, come i trasporti pubblici gratuiti per gli studenti, che vedono come parte del tessuto sociale ed educativo cittadino. Rifiutano gli incentivi per auto e scooter e l’espansione dello sharing, favorendo, invece, soluzioni di mobilità sostenibile e investimenti nel trasporto pubblico. Infine, promuovono l’istruzione finanziaria nelle scuole.

●       Urban Optimizer (19%): sono favorevoli a una più vasta gamma di misure per migliorare la mobilità urbana. Supportano l’uso dei trasporti pubblici per attività culturali e sportive, ne promuovono la gratuità e vorrebbero che fossero più attivi dopo il tramonto. Sono a favore degli incentivi per auto e scooter elettrici, ma sostengono anche l’utilizzo di trasporti in sharing per soluzioni di trasporto più eco-compatibili. Infine, valorizzano i servizi di mobilità accessibili, inclusi quelli con supporto linguistico.

●       Local Booster (18%): sono sostenitori dell’economia locale,delle piccole imprese e dell’accessibilità dei servizi pubblici. Essi propongono biglietti gratuiti per i trasporti pubblici e con supporto linguistico per una comunità inclusiva. Si oppongono all’educazione finanziaria nelle scuole e ai mezzi di trasporto in sharing. Per i Local Booster non sono prioritarie politiche come i trasporti pubblici post-tramonto o l’accesso a parchi e piste ciclabili.

●       Community Curator (16%): rientrano nella categoria dei giovani urbani, ma sono orientati verso una mobilità più sostenibile, comunitaria e inclusiva. Sostengono la mobilità in sharing, promuovono l’accesso a parchi e piste ciclabili, oltre a favorire l’uso dei trasporti pubblici per attività culturali e sportive. Sono coinvolti nel supporto ai negozi locali e alle piccole imprese e appoggiano le politiche di insegnamento scolastico sulla gestione del denaro.

Scarsa dimestichezza con la bici

Dalla survey è emerso che 2 intervistati su 3 non hanno dimestichezza con la bici e hanno ammesso di non usarla mai (43%) o meno di una volta alla settimana per spostarsi. La situazione sarebbe differente qualora venisse assicurata maggior sicurezza ai ciclisti in città, migliorando le piste ciclabili (39%), sistemando le strade dalle buche (38,5%) e riducendo la delinquenza (30%).

Furio Camillo, Professor of Business Statistics all’Università di Bologna e Direttore Scientifico del Webboh Labha commentato: “Una visione, quella dei giovani, che, seppure in molti casi dovrà essere liberista e individualista, parte da un approccio che mette al centro di tutto il bene comune e la crescita di una società rispettosa delle diversità e positiva rispetto alla spesa pubblica, tornando forse, finalmente, a parlare di investimenti pubblici per il futuro delle nostre giovani generazioni”.