Educazione stradale e sharing mobility: a che punto siamo?

Secondo un'analisi di Free Now il 94% degli intervistati ha assistito almeno una volta a comportamenti scorretti nei confronti dei mezzi di micromobilità

La mobilità condivisa è in costante crescita nelle grandi città e sempre più cittadini stanno gradualmente abbandonando l’auto privata a favore di spostamenti flessibili, senza vincoli e sostenibili. Ma a che punto è l’educazione stradale in Italia quando si parla di sharing mobility? Per rispondere a questo quesito e indagare la percezione degli italiani rispetto al trattamento dei veicoli in sharing, effettivamente utilizzati o anche solo parcheggiati, FreeNow, la “Super App della Mobilità”, ha svolto un’indagine tra i propri utenti.

Cosa non funziona con la sharing mobility

Il 94% degli intervistati ha dichiarato di aver assistito almeno una volta a comportamenti scorretti nei confronti dei mezzi di micromobilità, tra i quali il più diffuso risulta essere la la poca cura dei mezzi in condivisione (68%), seguito dalla mancanza di rispetto per le regole stradali (52%) e dagli episodi di parcheggio selvaggio (44%).

Ma c’è buona volontà…

Tuttavia, ciò che emerge maggiormente dall’analisi è che gli utenti desiderano fare la propria parte per contribuire al miglioramento del servizio: ben il 74% afferma di segnalare al provider quando un veicolo non è in buono stato a causa di comportamenti illeciti. Inoltre, per limitare una condotta scorretta, il 70% è favorevole all’introduzione di sanzionicome la sospensione o il blocco dell’account, mentre il 25% sostiene che sarebbe buona norma introdurre delle multe.

L’importanza di avere cura dei mezzi condivisi

“La sharing mobility ha un valore innanzitutto culturale, perché si tratta di misurare i benefici di quello che a tutti gli effetti è un bene comune non soltanto dal punto di vista della fruizione del servizio, ma anche da quello ambientale, sociale ed economico – dice Umberto Javarone, General Manager di FreeNow Italia, ha commentato – La sfida che ci poniamo è certamente ambiziosa, ma ancor più necessaria: realizzare città con meno traffico, dove i cittadini possano costruire un modello più sostenibile e moderno di fruizione degli spazi urbani. Per questo, avere cura dei mezzi in condivisione, delle regole e dell’ambiente circostante è di importanza primaria”.